lunedì 21 gennaio 2019

IL DRITTO E IL ROVESCIO (21 gennaio 2019)

Il clima da campagna elettorale per le elezioni europee inizia a farsi sentire ed i vari partiti cercano di muovere le proprie pedine, anche in vista delle successive nomine, la più importante delle quali è sicuramente quella del commissario europeo che spetta all'Italia e che, a meno di clamorosi ribaltoni, nascerà sull'asse del Governo giallo-verde. Un commissario che, vista l'importanza del nostro Paese in termini anche numerici di eurodeputati, potrebbe avere deleghe pesanti.

La nomina del commissario europeo non sarà chiaramente svincolata dalle altre che effettuerà l'esecutivo, le più ravvicinate delle quali sono alla Consob ed all'Inps (il dritto).
Molto sulle indicazioni europee dipenderà anche dal risultato con la Lega che conta il sorpasso ai danni del M5S che le permetterebbe di indicare il prossimo membro italiano nel governo continentale (il rovescio).

In tutto questo, ovviamente, ci sono anche gli altri partiti che si stanno, più o meno, organizzando. Con il Pd impegnato nella fase congressuale, al momento tiene banco l'idea dell'ex ministro Calenda di una lista unica del centrosinistra. Spostandosi sul centrodestra Berlusconi ha già annunciato di scendere in campo come capolista di Forza Italia. Guardando all'estrema sinistra ci sono tentativi di lista unica tra le varie forze che si richiamano al comunismo che sperano di superare il quorum del sistema proporzionale. Chiaramente, però, al momento chi la campagna elettorale la ha già iniziata da tempo sono le forze di Governo, dunque Lega e Movimento Cinque Stelle.

Qui va considerato un passaggio che pochi conoscono, cioè che la nomina del nuovo Commissario spetta al Governo nazionale, ma il prescelto deve superare un'audizione del Parlamento senza il cui consenso non potrà essere ratificata. Se, dunque, non uscirà un Parlamento a chiara vocazione sovranista o "diversamente europeista", difficilmente si potrà giungere alla nomina di un euroscettico. Nel passato si fermò qui la corsa dell'allora nominato commissario Rocco Buttiglione che fu bloccata dal Parlamento per le sue posizioni sui diritti degli omosessuali. Una bocciatura che portò alla nomina di Franco Frattini. 

Qui, dunque, l'attuale Governo dovrà ponderare bene i nomi, tra cui ci potrebbero essere quelli di garanzia, come il ministro degli esteri Moavero. Pare, però, che la Lega punti al posto di commissario e che sia pronto a giocarsi il jolly con il presidente del Veneto Luca Zaia.
 Figura autorevole, che viene da una buona amministrazione di una delle regioni locomotiva dell'economia italiana, ma soprattutto apprezzato (anche da molti avversari) ex ministro dell'agricoltura. Una figura che ha rapporti stretti con Bruxelles, sia per il ruolo precedente, che per quello attuale, di certo non un nemico dell'Europa, politico quanto basta per essere definito un leghista vero, ma anche diplomatico quanto basta per un incarico internazionale.
Un profilo giusto, se sarà lui il prescelto? Come caratteristiche sicuramente ha carte da giocare, considerando il perimetro in cui si dovrà scegliere, cioè quello di Lega e Movimento Cinque Stelle. Certamente anche per quello che il Governo va a ricercare, cioè un uomo che sappia portare avanti gli interessi del Paese e che da Ministro ha combattuto, spesso anche vincendo, la battaglia sulle quote latte, ma non solo. E sarebbe una figura interessante se dovesse avere una delle deleghe più ambite per l'Italia, quella cioè dell'agricoltura, nel momento in cui si dovrà andare a discutere la nuova Pac, la Politica Agricola Comune, che dovrà ripartire miliardi di euro tra i paesi dell'Unione, con l'Italia che, spesso, è uscita con il rammarico di non essere riuscita ad ottenere di più.

Insomma i profili vengono valutati, ma per scegliere chi rappresenterà l'Italia bisognerà anche attendere i risultati delle elezioni europee con la Lega che spera in quel sorpasso ai danni del M5S e che la metterebbero nelle condizioni di esprimere il proprio candidato.