In questi giorni ho letto posizioni sul 25 aprile troppo ideologiche e svincolate dal contesto storico.
La Liberazione non ha e non deve avere colori politici come non l'ha avuta la nostra Costituzione nata dall'accordo di forze politiche anche lontane, ma idealmente vicine sull'obiettivo di dare all'Italia: la democrazia (il dritto)
Tanti dimenticano che prima la democrazia vera non c'era e non c'era stata. Se il Ventennio fu caratterizzato dal totalitarismo, in precedenza si era di fronte ad una pseudo democrazia in cui le donne non potevano votare, e tutti gli uomini lo potevano fare da poco, fra l'altro con un senato di nomina regia e non eletto dal popolo (il rovescio).
La storia insegna anche -e qui forse troppe volte lo dimentichiamo- che l' Italia (ma anche l'Europa) non sarebbe stata liberata se non fossero intervenuti gli Alleati. Fu grazie al sacrificio di queste persone costrette a combattere una guerra che non era la loro, lasciandoci anche la vita, che il nostro Paese fu liberato dalle forze dell'Asse. La storia insegna anche che quegli strascichi che ci portiamo dietro nascono da quei mesi che vanno dall'8 settembre 1943 al 25 aprile 1945. In quel caso l'Italia ha vissuto una guerra civile, sporca, violenta e cruenta. Una guerra tra italiani (tra sconfitti dalla Seconda Guerra e non tra vinti e vincitori, non ce lo dimentichiamo- perché l'Italia repubblicana pagò il prezzo salato di quel conflitto), che divise persone della stessa nazionalità, ma anche famiglie. Guerra civile che portò ad azioni e repressioni gravi, che nulla hanno a che vedere con quello Stato di Diritto che nasce dal 25 aprile e dalla successiva Costituzione. Dunque che senso ha trattare questa data in termini divisivi -anche io avrei usato la parola derby perché efficace- e cerchiamo di recuperarne il vero significato. Perché la vera vittoria del 25 aprile è stata che in Italia si può esaltare e criticare il 25 aprile. Senza la Liberazione raggiunta grazie agli Alleati (americani, inglesi, canadesi, neozelandesi, australiani ecc. dunque non comunisti) e con il supporto locale dei Resistenti del Cln (composto dai rappresentanti del Partito Comunista Italiano, della Democrazia Cristiana, del Partito d'Azione , del Partito Liberale Italiano, del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria e del Partito Democratico del Lavoro, dunque solo in parte comunisti, ma molti che non lo erano) oggi non avremmo quella democrazia italiana che, prima debole ed oggi strutturata, le ha permesso non solo di garantire una rotazione al Governo di tutti i partiti dell'arco costituzionale, ma anche di autoconservarsi e di farlo anche per il futuro. Per questo dico: la Liberazione non ha e non deve avere etichette, ma deve essere una festa della democrazia e, dunque, del popolo italiano. Così come lo dovrebbe essere il 4 novembre per celebrare Vittorio Veneto e la definitiva unità d'Italia (grave errore averla cancellata dalle date in rosso). Arriveremo mai a festività e celebrazioni finalmente condivise? Ai posteri l'ardua sentenza (e cito volutamente Manzoni perché lui ad un paese unito ha creduto per davvero!!!)