Imperversa in Maremma la polemica sugli appalti pubblici senza gara con la soglia innalzata, con la Manovra, da 40 a 150mila euro.
Da un lato c'è chi, come il Pdcin il segretario provinciale Gesuè Ariganello, denuncia il rischio che l'assegnazione diretta può comportare, anche in termini di infiltrazioni malavitose. Timori ripresi anche dal capogruppo in consiglio regionale Leonardo Marras (il dritto).
Dall'altro il sindaco e presidente della Provincia di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna e la Lega, con l'onorevole Mario Lolini ed il segretario Andrea Ulmi, che parlano di una misura positiva per l'economia locale (il rovescio).
La battaglia chiaramente è tutta politica con lo scontro a distanza tra Ariganello e Vivarelli Colonna. Occorre però valutare la misura in termini di impatto che avrà sull'economia locale che punta molto sul comparto edile e sul suo indotto.
Personalmente sono favorevole ad un'innalzamento della soglia. Non lo dico per superficialità o perché non ravvisi rischi, ma per una questione pratica. Le soglie basse ed il sistema del sorteggio hanno penalizzato le imprese locali e non sempre hanno premiato le aziende migliori. Un grido di allarme che è stato lanciato spesso dalle associazioni di categoria locali ed una problematica che molti sindaci hanno toccato con mano. Questo senza aggiungere che innalzare la soglia rende anche la procedura più snella. Tutti possono essere d'accordo che laddove si amministri la cosa pubblica in maniera non corretta si potrebbero favorire le aziende "amiche" o, peggio, l'infiltrazione malavitosa. C'è un però. Di fronte ad un rischio e di fronte a tanti amministratori seri e funzionari che si caratterizzano per rettitudine morale è giusto frenare le varie amministrazioni e, con loro, l'intero Paese? E' giusto penalizzare gli onesti per colpire i disonesti? Nelle mie esperienze di vita all'estero, nel Nord Europa ed in America, quello che mi ha reso la vita più facile, e che mi ha colpito, è stata, oltre alla scarsa burocrazia, il fatto che chi ti trovavi di fronte partisse sempre nei tuoi confronti dalla "presunzione di onestà". Non che i disonesti mancassero, ma proprio partendo da questo assunto, quando si palesano e vengono individuati sono colpiti in maniera dura. In Italia si parte spesso dalla "presunzione di disonestà" e questo è stato uno dei grandi freni del nostro Paese. Nessuno chiaramente nega che la corruzione sia una piaga della Penisola e che vada combattuta e, possibilmente, non alimentata, così come le infiltrazioni malavitose, ma questo rischio, seppur in alcune zone elevato, deve essere il freno di comparti importanti della nostra economia? E soprattutto gli imprenditori locali, specie quelli che si distinguono per serietà, devono essere penalizzati da norme che, in troppi casi, per ovviare ad un problema ne hanno causato un altro? Io credo di no. Credo che ci debbano essere dei controlli seri e che chi non rispetta le regole, o peggio delinque, debba essere punito, ma di fronte a problematiche che vengono sollevate dal mondo delle imprese e dalle problematiche incontrate dalle amministrazioni sia giusto semplificare e, soprattutto, ripartire dalla fiducia. Sono sicuro che da tutto ciò possano trarne vantaggio gli amministratori (di ogni colore politico), gli imprenditori, ma anche i cittadini contribuenti.
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