Le
classifiche sono tutte discutibili. Quanti di noi non cambierebbero
Milano con la Maremma? Probabilmente molti, se qui avessero le
opportunità di vivere e lavorare. Questa è una riflessione che
diventa immediata dopo la pubblicazione della classifica de “Il
Sole 24 Ore” sulla qualità della vita.
La Maremma,
d'altra parte, vive un momento di crisi economica, ma anche di
trasformazione a livello di società, registrando, ad esempio,
delitti che fino a poco tempo fa erano sconosciuti (il dritto).
La qualità
della vita indicata da “Il Sole 24 Ore” considera molti parametri
che si sposano con le opportunità ed è evidente che alcune realtà
sotto questo aspetto sono avanti rispetto al nostro territorio (il
rovescio).
Inutile
nasconderci: che anche noi maremani, spesso, ci lamentiamo della
nostra terra e vorremmo che offrisse tante opportunità in più.
Negli ultimi tempi, poi, i campanelli d'allarme sono suonati da più
parti. Il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda da mesi
lancia l'appello a creare un tavolo che garantisca le giuste sinergie
per una ripartenza. Il segretario della Cgil Claudio Renzetti è
stato ancor più esplicito nel ricordare che se la situazione
continuerà così in futuro la Maremma sarà destinazione di
pensionati, perdendo invece la gran parte della sua popolazione
giovanile.
Insomma che
la situazione non fosse così rosea è evidente. Lo è ancor di più
il fatto che occorre dare una svolta. Il sindaco di Grosseto e
presidente della Provincia Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha
toccato un altro tasto, la differenza di velocità tra il capoluogo –
e aggiungerei la costa- e l'interno. Purtroppo è un'altra verità.
La provincia di Grosseto è vasta, scarsamente abitata e,
soprattutto, ha ampi territori in cui le opportunità di lavoro
scarseggiano. Insomma tutta la fascia collinare soffre, soprattutto
quella lontana dai centri principali. In tutto questo la riforma
delle province ha penalizzato quella grossetana, in un momento in cui
un ente intermedio di grande importanza avrebbe aiutato, con il suo
coordinamento, a mantenere alta la qualità della vita sul
territorio. Sarà infatti un caso che dopo Grosseto è crollata in
classifica?
Insomma
urge fare squadra, se non da subito – come sarebbe opportuno-
almeno da dopo giugno, quando la campagna elettorale per le europee
sarà conclusa e quando si sarà votato per più della metà della
amministrazioni locali. Da quel momento non ci saranno più scuse:
il territorio dovrà unirsi e trovare soluzioni. Altrimenti la
classifica ci penalizzerà sempre di più.
Ma la
domanda resta: quanti di voi preferirebbero vivere a Milano anziché
in Maremma?
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