Cosa succede sul fronte europeo? Una domanda che non ci possiamo non porre di fronte a quello che, da qui a pochi giorni, potrebbe accadere in tutto il continente.
In Italia si attende la chiusura della manovra e l'incontro Conte-Juncker e la domanda è se veramente la rottura si registrerà per pochi decimi di punto (il dritto).
In Europa però sono ore decisive per la Brexit ed in Francia Macron deve fare i conti con i gilet gialli (il rovescio).
Insomma se da noi ci piace vedere tutto il male in casa nostra, basta aprire lo sguardo alle altre realtà per vedere che non stanno meglio di noi.
Da qui la mia riflessione.
Davvero l'Europa decide di far partire una procedura d'infrazione contro l'Italia per uno 0,2% di rapporto deficit/pil con il rischio che questo vada ad alimentare il fuoco degli "eurocritici"? Credo che al di là del contenuto specifico si vada a prendere un bel rischio, soprattutto di fronte a passaggi cruciali che riguardano l'Unione.
Da un lato la May si gioca tutto sulla Brexit. Se Westminster dovesse bocciare l'accordo che cosa accadrà? Si andrà a nuove trattative? Si andrà ad un nuovo referendum? Oppure ci sarà un'uscita senza accordo che rappresenterebbe un disastro diplomatico, prima ancora che economico, anche per la Ue? Una domanda che non può lasciare indifferenti.
Ed in Francia Macron che fu celebrato come la riscossa degli europeisti, vede mettersi Parigi a ferro e fuoco dai gilet gialli (talmente di destra come li voglio dipingere, che molti di loro sfilavano sventolando Che Guevara, sintomo che ormai nelle difficoltà i tradizionali schemi di appartenenza novecenteschi sono saltati). Soprattutto, sono gli stessi intellettuali parigini che, in questo momento, stanno scaricando sempre di più il Presidente che loro stessi avevano osannato fino a pochi mesi fa.
In tutto ciò si inserisce l'Italia, con una manovra in cui il Governo ha accettato di trattare limando alcuni punti, ma senza voler cedere su altri. Al 2% di rapporto debito/pil l'accordo sembra praticamente certo, ma l'esecutivo italiano non vuole cedere sotto al 2,2%. Che cosa farà l'Europa, di fronte a quanto sta accadendo in tutta l'Unione, farà scattare una procedura d'infrazione facendo un grande assist al fronte dei cosiddetti "sovranisti"?
Una debolezza di Bruxelles che, evidentemente, qualcuno in Italia ha capito e che la rende sicuramente meno isolata di quanto si voglia far pensare. Perché dalle elezioni di maggio in poi gli schemi potrebbero cambiare e la partita sembra solo essere di attesa. Da qui la sensazione che, forse, il distacco tra la Commissione, alcuni governi, ed i popoli sia troppo ampia per poterla ridurre solo a pochi decimali.
Le regole ci sono e vanno rispettate. Ma quelle regole sono state poste e scritte in periodi in cui l'economia tirava, oggi le cose sono ben diverse ed andrebbero cambiate. Altrimenti saranno sempre di più i Governi che, parafrasando il poker, si giocheranno l'intero piatto a costo di metterci sopra, credibilità e futuro dei loro paesi.
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