venerdì 15 marzo 2019

IL DRITTO E IL ROVESCIO (15 marzo 2019)


Via della Seta, atlantismo, sguardo rivolto verso la Russia. In un momento in cui molti parlano di un'Italia che si isola dal contesto internazionale dietro quella parola (a mio giudizio poco appropriata) che, ormai, va tanto di moda, cioè “sovranismo” (e che a me piace definire "diverso europeismo"), in realtà si scopre un Paese che, forse, tende a ricollocarsi sullo scenario internazionale guadagnandosi, nei nuovi equilibri, quel centralismo nel Mediterraneo che tanto è stato importante nel corso dei secoli. Un centralismo che, per centinaia di anni, ha portato gli altri ad occupare la Penisola.
La vicenda della nuova Via della Seta riapre questo dibattito in un momento in cui l'Unione Europea segna il passo con una crisi che, forse, potrebbe non risolversi neppure con le prossime elezioni, visto che, essendosi ormai caratterizzata, attraverso una trazione germanica, seguita dalla Francia, e indebolita dalla vicenda Brexit e dalla voce che stanno alzando i paesi del blocco di Visegrad, ha perso quella rotta che sta fortemente penalizzando il Mediterraneo. L'Italia ha dunque necessità di ritrovare una sua collocazione, di puntare su nuovi mercati, di guardare ad un'Europa che torni ad essere quella sognata Altiero Spinelli e dal Manifesto di Ventotene e non quella solo monetaria e finanziaria in cui si è trasformata. Il nostro Paese ha anche la necessità di trovare nuovi mercati, visto che l'export diventa fondamentale per i nostri prodotti. Per questo l'embargo imposto alla Russia e seguito dall'Europa ha danneggiato i nostri imprenditori che, oggi, vedono in quello cinese una nuova opportunità. Ed i cinesi, dal canto loro, in una logica di espansione verso occidente ed all'Africa non possono non considerare l'Italia, di nuovo, come quel ponte di collegamento sul Mediterraneo che offre una grande opportunità, cioè il porto di Trieste, un'infrastruttura da sempre ambita a livello mitteleuropeo e grande porta, insieme a Venezia, verso l'oriente. In tutto questo non vanno sottovalutati gli Stati Uniti ed il Canada che restano partner fondamentali, accanto all'Europa. Insomma se ragioniamo in termini di geopolitica l'Italia sta tornando ad essere molto più ambita di quello che molti percepiscono e le occasioni vanno sapute cogliere, così come quel ruolo di libertà che, sotto molti aspetti, anche in tempi di Guerra Fredda sapevamo tenere e che ci avevano portato ad avere ottimi rapporti, pur restando nella Nato, sia con i paesi dell'Est che con quelli arabi.

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