L'importanza
del contatto con la gente. In questi giorni in cui stanno partendo le
varie campagne elettorali, quelle delle Europee e di tanti comuni,
appare fondamentale che i candidati siano vicini alle persone.
Dopo anni di
visibilità mediatica, oggi, l'elettore torna a voler conoscere le
persone (il dritto).
Le ultime
tornate hanno dimostrato come chi resta chiuso negli uffici o nei
palazzi, anche se governa bene (è il caso di molti sindaci uscenti
sconfitti a sorpresa), non viene premiato (il rovescio).
La gente, da
un lato aggiungerei per fortuna, vuole di nuovo conoscere il
candidato, a capire chi sia, che cosa proponga. Il voto di
appartenenza sta infatti perdendo quota in favore di quello diretto
alle persona o, in realtà magari più grandi, di quello d'opinione.
In pratica si predilige la stretta di mano e il contatto diretto o
andare dietro a quella che è la sensazione della gente rispetto alle
varie proposte politiche. Un altro tema importante è che oggi
diventa fondamentale interecettare i voti dei cittadini, soprattutto
di quelli delusi dalla politica. Per farlo bisogna instaurare un
rapporto quasi faccia a faccia. Ecco allora che torna fondamentale il
vecchio, ma mai abbandonato, porta a porta.
L'errore
degli ultimi tempi è stato quello di avere a che fare con una
politica che si è chiusa sempre più nelle stanze e non ha saputo
cogliere le istanze dei cittadini. Che si è limitata a parlare di
questioni finanziarie spesso incomprensibili, trascurando le vere
difficoltà della gente. Da qui si è registrato uno spostamento di
voti, ormai post ideologico, verso quelle forze che sicuramente hanno
saputo intercettare maggiormente i bisogni degli italiani.
Da qui provo
a fare un esempio utilizzando come modelli i due politici che, forse,
negli ultimi anni hanno creato fenomeni diversi: Renzi e Salvini.
Il primo ha
avuto un consenso sull'onda di un entusiasmo, e di una sorta di
populismo di centrosinistra, dovuto al suo ruolo di Sindaco di
Fireze, dunque di istituzione più vicina ai cittadini e più portata
all'ascolto. Un appeal che è terminato bruciando troppo presto le
tappe, ma anche distaccandosi, ad un tratto, dalla gente, apparendo
più lontano dal popolo.
Diverso è
stato il percorso di Salvini che, anche nell'attuale ruolo di Vice
Premier e di Ministro dell'Interno, continua a marciare a suon di
selfie e di bagni di folla.
Una
strategia iniziale non diversa, quella di Renzi e di Salvini, fino al
raggiungimento del ruolo di governo, ma che si è trasformata
completamente subito dopo, con l'uno che ha scelto quel profilo
istituzionale che oggi, probabilmente, non paga in termini di voti,
l'altro che ha proseguito nella più redditizia linea dello stare
vicino all'elettorato indipendentemente dall'incarico ricoperto.
Chiaramente
molto dovrà essere visto alla lunga, perché oltre allo stare tra la
gente serviranno i risultati, quelle risposte cioè che, forse sono
mancate a Renzi e che Salvini sta attendendo alle prossime Europee.
Soprattutto in un paese come l'Italia che da 25 anni attende, tra
tanti sacrifici, quella svolta che fino ad oggi non è mai arrivata.
Da qui
l'indicazione per molti candidati sindaci che dovranno cercare di
fare le loro campagne incontrando i cittadini, ma soprattutto
ascoltandoli, senza promettere la luna, ma cose semplici e
realizzabili. Non è infatti più tempo di slogan e sogni
irrealizzabili. Ma di umilità, passione, trasparenza (vera) e buona
amministrazione.
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