I giovani e la politica. Quanta voglia hanno di partecipare al futuro del Paese? Una domanda che mi sono posto tante volte seguendo per lavoro i vari eventi organizzati dai partiti, soprattutto laddove i volti erano quelli di persone decisamente esperte.
Oggi analizzando le età dei parlamentari, dei consiglieri comunali e regionali si nota un'inversione di tendenza (il dritto).
Il rischio forte è però quello di bruciare le tappe ritrovandosi a ricoprire incarichi senza la dovuta esperienza (il rovescio).
Due considerazioni, queste, che potrebbero sembrare in contraddizione tra loro. Forse lo sono anche, ma fino ad un certo punto. Nel passato, infatti, i giovani erano, forse, anche più numerosi di oggi, soprattutto negli incarichi all'interno dei comuni. Era facile trovare sindaci poco più che ventenni o giunte interamente formate da trentenni. Salendo negli incarichi, in consiglio regionale ed in Parlamento, però, dominava spesso l'esperienza. Questo perché i vecchi partiti programmavano una carriera che partita dall'attività di base e dalla formazione, passando per gli incarichi locali per giungeva a quelli nazionali ed internazionali. Il tutto dietro una rigida selezione.
Dopo anni in cui i giovani sono sembrati lontani dalla politica, oggi si vede un'inversione di tendenza. I nuovi movimenti politici e la nuova tendenza, però, è stata quella di far bruciare le tappe. Persone senza alcuna esperienza o militanza politica che si sono trovate proiettate in luoghi chiave senza un'adeguata preparazione. Ne emerge un Parlamento in cui gli over 60 sono in strettissima minoranza con deputati e senatori che sono approdati a Montecitorio o a Palazzo Madama senza essere passati per il giusto percorso istituzionale o all'interno dei partiti. Perché diverso è comunque l'aver militato senza aver raggiunto l'obiettivo dell'elezione e diverso è non aver mai militato, aver superato una selezione, per giungere ad occupare una poltrona chiave.
Con gli schemi delle carriere che sono saltati, dunque, c'è anche la militanza che è cambiata e lì i giovani sembrano mantenere ancora una certa distanza e diffidenza verso la politica. Per la verità qualcosa sta cambiando anche lì e, forse, la crisi e le difficoltà di oggi stanno facendo comprendere quanto sia necessario ed importante partecipare alla vita pubblica. Perché è facile lamentarsi di quello che gli altri decidono, mentre non è facile partecipare alla formazione delle decisioni. Questo perché occorre impegnarsi, formarsi, ma soprattutto metterci la faccia. Però è sempre bene ricordare che quando parliamo di cosa pubblica non si può sempre pensare che siano gli altri, ma è bene ricordare sempre che siamo noi, tutti insieme.
In vista di una prossima, importante, tornata di elezioni amministrative, anche nel nostro territorio, mi piacerebbe dunque vedere tanti giovani attivi al servizio della politica, sperando che le loro energie possano dare un nuovo impulso al Paese.
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