Sullo scontro tra la Commissione Europea ed il Governo Italiano si inserisce la voce autorevole del presidente della Bce Mario Draghi.
Come spesso accade la parole di Draghi sono equilibrate, ma anche pesanti, riuscendo a venire incontro alle esigenze dell'Italia, ma tranquillizzando l'Unione (il dritto).
Draghi fa capire anche che la rigidità imposta porta poco lontano e, soprattutto, può solo causare danni, seppur ci siano delle regole da rispettare che, però, evidentemente hanno dimostrato di non funzionare sempre (il rovescio).
Quello che ho sempre apprezzato di Draghi è il suo pensiero "fermamente malleabile". Potrebbe sembrare una contraddizione, ma non lo è. Ha la giusta diplomazia per mettere d'accordo le parti, come ha dimostrato più volte, anche nell'imporsi contro il rigorismo tedesco. Ha saputo però essere fermo laddove serviva rigidità.
Lo fa anche questa volta, quando richiama chiaramente il Governo Italiano a seguire le regole concordate, ma anche nel lanciare un monito all'Unione Europea, ricordando come le stesse siano state, nei momenti di necessità, violate da più parti.
Perché allora tanto accanimento sull'Italia? E' evidente, il Governo della Penisola è di rottura. Poco conta se si è d'accordo o meno con le sue politiche (non credo che Draghi lo sia), ma è un Governo che esprime il volere della maggioranza degli italiani e che ha una linea sostenuta da economisti di livello. Non è che un economista può essere bravo se lo si condivide e non lo possa essere se non lo si condivide. Specie quando si parla di cifre astratte che, poi, non combaciano con la vita reale.
Dico questo perché anche io ho qualche dubbio sulla manovra, ne apprezzo alcune misure e non ne condivido altre. Non credo. però che tutto sia sbagliato per principio, così come tutto non può essere giusto per la stessa ragione.
Draghi che, forse, è più vicino alla gente di tanti politici sa però i danni che il rigorismo ha causato e si è imposto, ad esempio con il "quantitative easing", con cui ha cercato di dare risposte alle economie in difficoltà. Sa che certe misure imposte hanno creato danni concreti alle vari paesi, tra cui l'Italia. Mi accorgo solo io che i Paese ha difficoltà ad uscire dalla crisi e che la gente sta peggio di dieci anni fa, anche a causa di queste misure, oppure è una mia invenzione? Noto solo io che i partiti che hanno sostenuto il rigore sono stati pesantemente puniti dai cittadini in difficoltà, o è tutto frutto della mia immaginazione? Bene Draghi, evidentemente, questo lo ha notato ed ha notato anche le difficoltà delle imprese.
Il punto è uno. Perché sforare il debito è possibile per la Francia (che gode di una sorta di impunità, quando non è che versi nelle migliori condizioni), così altre economie, tipo la Grecia che, appena uscita da una sorta di commissariamento già chiede di derogare. A tutti viene concesso, ma non all'Italia che, ricordiamolo, è una delle più importanti economie mondiali, il secondo paese manifatturiero d'Europa e che, se ha un debito pubblico elevato - ma dicono gli economisti molto del quale in mano comunque italiana- ha anche il minor debito privato d'Europa.
E allora basta analizzare con serenità quanto sta accadendo, anche senza tifare per l'attuale Governo (personalmente negli ultimi anni non sono riuscito a tifare per nessun esecutivo ed anche l'attuale lo attendo alla prova dei risultati concreti e non dei numeri), ma è evidente che il problema sia tutto politico di un gruppo dirigente dell'Unione Europea che, dopo aver rischiato di farla affondare - e non è detto che non ci riesca- continua a difendere una posizione che è più legata al ruolo ed alle poltrone che non alla saggezza.
Adesso ha ragione Draghi: è tempo dei silenzi, di smettere di urlare, di abbandonare la rigidità a tutti i costi e di smettere ad indebolire l'Euro con dichiarazioni non fattibili, perché tutti sanno che quello della moneta unica è l'unico processo europeo da cui non si può più tornare indietro. Se non creando dei veri danni.
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