Nei giorni scorsi pubblicando su più piattaforme un video sulla Maremma ho avuto la piacevole sorpresa di vedere come, in poche ore, abbia raggiunto oltre 1500 visualizzazioni. Una sorpresa dovuta al fatto che si trattava di un piccolo montaggio sperimentale, realizzato con i programmi predefiniti del telefono ed utilizzando delle foro che, via via, avevo scattato sempre con lo smartphone.
Le visualizzazioni sono arrivate un po' da tutto il mondo e questo deve far riflettere su quanto, questa terra, che fino a pochi anni fa veniva vista come una sorta di buen retiro per pochi, o luogo di mare per le città vicine, veda invece accendere su di sé i riflettori di viaggiatori, tour operator e professionisti del settore (il dritto).
La sensazione, però, è che ancora questa terra a livello turistico sia percepita come un'incompiuta con un brand che si sta affacciando ora sul mercato e che, spesso, soffre dei limiti di un turismo che è ancora troppo stagionale (il rovescio).
E' chiaro che la Maremma ha un fascino tutto suo e solo chi la conosce veramente bene riesce a coglierlo in pieno. E' anche vero che, fino ad oggi, difficilmente, i territori sono riusciti a fare squadra, forse anche per la vastità di quello della provincia di Grosseto e per le disomogeneità che possono esistere tra questi, ma anche perché il brand che li racchiude è ancora troppo giovane, nel senso che fino a poco tempo fa - e in parte ancora oggi- con Maremma si intendeva solo la pianura.
Quello che però questa terra, girandola, ha da offrire sul mercato è molto. Sarebbe scontato dire il mare. Lo sarebbe pure dire la montagna, che nell'Italia peninsulare con l'Amiata, gioca un ruolo importante, o anche le terme, seppur questo settore non sia sfruttato in pieno. C'è però anche un altro valore aggiunto, quello delle colline e dei borghi medievali. Luoghi di storia, cultura e tradizioni spesso dimenticate. Luoghi in cui molti maremmani, che si sono trasferiti in città, tornano per le vacanze e cui sono ancora molto legati.
Qui sorge, però, il secondo problema, quello di un turismo ancora troppo legato all'estate. Redditizio sicuramente per la costa, dove i dati delle presenze confermano come i comuni che si affacciano sul mare, in poche settimane, collezionano un numero di presenze simili a quelli delle città d'arte esclusa Firenze. Numeri che, però, potrebbero essere integrati nella maniera migliore nell'entroterra se si riuscissero a valorizzare realtà dal grande fascino da proporre sul mercato internazionale, come forme di turismo specifiche. In America, ad esempio, si sprecano i matrimoni in stile medievale, che si svolgono in luoghi ricostruiti, ed assolutamente finti, con costi talmente elevati da potersene permettere uno da celebrare direttamente in Italia. In Cina è stato riprodotto un intero borgo italiano con un'atmosfera che riporta al Belpaese ed in cui la vita scorre secondo i nostri ritmi. Una bella idea, ma assolutamente lontana dall'originale.
Qui serve la mente creativa che ha da sempre caratterizzato gli italiani. serve agli imprenditori, ai cittadini che devono essere pronti ad accogliere i visitatori ed agli amministratori che possono far fare il salto di qualità ai loro territori.
C'è anche un altro salto che molti maremmani devono compiere. Se infatti molti conoscono Grosseto o i principali borghi e località, molti di questi restano per loro sconosciuti. Quanti conoscono ad esempio la bellezza di Magliano o di Pereta? Quanti quella di Roccatederighi? Quanti hanno visitato Montepescali o Sticciano Alto? Quanti si sono recati a Vetulonia? E a Roccalbegna, a Petricci o Rocchette di Fazio o, spostandosi, a Sasso d'Ombone, Montorgiali, Campagnatico, Montorsaio o Monticello Amiata? Chi si è addentrato fino a Castell'Azzara? Chi ha visitato la città rupestre di Vitozza? E a San Martino sul Fiora, quanti ci sono andati? E a Montieri o Monterotondo? Questo per far capire come, a volte, mi capiti di parlare con persone che queste realtà le hanno notate solo sulla cartina geografica o come cartelli stradali. Difficile, dunque, promuoversi se non si conosce bene il proprio territorio. Se questo potrebbe essere accettato per un cittadino normale, occorrerebbe che tutte le strutture turistiche sapessero dare indicazioni sui vari luoghi o aree della provincia. Perché per un americano, o per chi viene dall'estero, non sono certo una o due ore di auto sulle strade della Maremma a rappresentare il problema. Più problematico, semmai, è non avere informazioni sui vari luoghi in più lingue, far trovare chiusi i musei, le chiese ed i principali monumenti. Il turismo per funzionare deve vivere tutto l'anno e per riuscirci ci vuole un grande amore per la propria terra e la voglia di farla scoprire e conoscere con quell'orgoglio che rappresenta un'identità forte. Quella che, forse, qui da noi si sta iniziando a conoscere adesso grazie alle produzioni di qualità - lanciate in molti casi sul mercato da chi è venuto da fuori, più che da chi ci vive- e dai grandi network che, annoiati dai luoghi tradizionali, hanno scoperto una Toscana diversa, una sorta di regione nella regione. Una terra che chi non è "autoctono" sa valorizzare meglio di chi, risiedendovi dovrebbe dimostrare, oltre che di amarla, di saperla far conoscere. Per farlo occorre anche scambiare opinioni e punti di vista con chi, altrove, del turismo ha fatto l'economia portante, senza chiuderci nell'idea che il "bello e il buono" sia solamente qui. Anche perché spesso tutti noi, appena abbiamo un po' di vacanza ci trasferiamo altrove scoprendo che il "bello e il buono", anche se diverso, lo hanno pure gli altri.
Per aiutare tutti noi a renderci conto di quanto sia bella la nostra terra, nel ringraziarvi per le tante visualizzazioni in continua crescita, via via regalerò qualche altro video amatoriale, ma fatto sempre con la passione e l'amore che nutro verso la mia (nostra) terra.
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