lunedì 29 ottobre 2018

IL DRITTO E IL ROVESCIO (29 ottobre 2018)

Le grandi opere tornano prepotentemente alla ribalta, in particolar modo la Tap e la Tav. Le discussioni aumentano, specie in casa del M5S.

Era evidente che su opere strategiche, una volta al Governo anche i pentastellati in molti casi avrebbero cambiato idea (il diritto).
Lo era altrettanto il fatto che all'interno del mondo dei movimenti, questa nuova posizione avrebbe creato incomprensioni e malumori (il rovescio).

La mia premessa è che qualsiasi cittadino debba stare attento all'ambiente, ma il presupposto è che esistono degli interessi generali che, giocoforza, superano quelli particolari. Nel caso della Tap siamo tutti d'accordo che l'opera sarà comunque impattante, anche riducendolo al minimo. Però l'Italia dipende la gas e questo viene dall'estero. E' normale bloccare energeticamente un paese dicendo di no ad un'opera strategica? Personalmente ritengo, anche se posso capire chi protesta avendo visitato in più occasioni la splendida costa salentina, di no.
E' la stessa cosa che penso della Tav, un'opera strategica per non isolare l'Italia dai grandi traffici su rotaia europei. Anche qui bisogna mettersi d'accordo. Si vuole implementare il traffico su rotaia riducendo quello su gomma? Se si vuole questo servono ferrovie efficienti e, soprattutto la Tav. Sappiamo tutti che questa è impattante, ma è altrettanto vero che oggi è determinante per dare una spinta verso l'alto all'utilizzo del treno, sia per viaggi nazionali che internazionali.
In tutto questo rientrano anche le autostrade che hanno una portata ed un interesse di traffico generale e che non può cozzare con molti interessi locali.
E' evidente che tutto deve essere fatto nel miglior rispetto dell'ambiente e se c'è la possibilità di realizzare un'opera meno impattante va cercata sempre questa soluzione. Però è nella natura dell'uomo lasciare il segno della sua presenza attraverso la sua presenza. Ognuno dei nostri amati borghi medievali costruiti in cima alle colline sono stati, a suo tempo, impattanti. Ce lo vedreste voi oggi qualcuno a costruire un paese in cima ad una sommità? Se ciò accadesse si muoverebbero decine di comitati. Eppure ai giorni nostri apprezziamo e amiamo queste realtà. Anche in quel caso l'interesse generale ha chiaramente prevalso su quello particolare. 
Bene tutto deve essere fatto con una buona dose di buonsenso, ricordando che un'opera, se si definisce strategica, lo deve essere e se lo è, allora è giusto che venga realizzata. Si può protestare, è giusto ascoltare chi lo fa, ma poi si deve decidere e, possibilmente, realizzare dopo - se necessario- averla migliorata. 

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