domenica 30 settembre 2018

IL DRITTO E IL ROVESCIO 🎾 (18 agosto 2018)


Vittorio Sgarbi propone di abolire il voto segreto in maniera tale che si sappia chi ognuno ha votato.
Riconosco a Sgarbi una grande arguzia e capacità comunicativa (il dritto), riconosco altresì la sua vena provocatoria che lo rendono una sorta di D'Annunzio dei giorni nostri (il rovescio).
Lo spunto di riflessione me lo dà questo secondo assunto. L'abolizione del voto segreto è e resta una provocazione. ogni democrazia moderna lo garantisce anche perché questo rappresenta un pilastro della libertà di scegliere i propri governanti. Non dire chi si è scelto è infatti oggi importate al pari della possibilità di scegliere.
Se però la provocazione di Sgarbi è una chiara polemica rivolta all'attuale esecutivo, una riflessione sulla democrazia la pone, quanto meno a livello teorico (ribadisco che è inapplicabile a mio giudizio sul piano pratico). La mia domanda, infatti, è se in una democrazia che si ritenga reale sia necessario il voto segreto.
Questo è il vero punto.
Se infatti, come sostengo in apertura, questo ne è un caposaldo, allo stesso tempo riconosco che in una democrazia in cui la polemica e - a volte - l'insulto lasciano spazio ad un reale dibattito, anche acceso, ma nel rispetto delle posizioni e delle opinioni altrui, il voto segreto non dovrebbe essere realmente necessario. Perché dunque una persona si dovrebbe celare proprio dietro la segretezza per nascondere ciò che realmente pensa? Se questo può rappresentare una difesa rispetto alla storia precedente, fatta di dittature o, nei casi migliori di oligarchie, oggi dovrebbe avere senso, o lo ha, se non si è realmente sicuri che la nostra opinione non ci possa causare dei problemi. Un pensiero che può sembrare contorto, ma che in realtà non lo è. Uno stato che rispetta i propri cittadini ed un popolo che, a sua volta, rispetta lo stato e le sue regole, dovrebbero permettere a tutti di esprimere un voto palese. Il motivo per cui questo si è assegnato è deve e restare libero e personale. Quando però quella che, detta da Sgarbi, è - e probabilmente resta- una provocazione diventerà realtà, forse potremo dire che la democrazia - in ogni parte del mondo- sarà tornata ad essere veramente tale.

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