domenica 30 settembre 2018

IL DRITTO E IL ROVESCIO 🎾 (7 settembre 2018)

Lavori pubblici ed infrastrutture. Sono questi due temi che da quanto questa rubrica FB è nata hanno suscitato un dibattito sicuramente interessante, spesso costruttivo, per guardare al futuro del nostro territorio.
Quando si parla di infrastrutture lo sguardo volge spesso lontano dalla Maremma, a Roma o a Firenze, dove quelle strategiche vengono programmate (il dritto).
Quando si parla invece di lavori pubblici si guarda spesso al locale e, a causa dei tagli degli ultimi anni, tutti i comuni - e ancor di più le province- soffrono, indipendentemente dai loro colori politici. Con essi soffrono anche le manutenzioni (il rovescio).
Cerchiamo oggi di fare un ragionamento neutro su questi temi perché possano essere anche da ispirazione per coloro che, a tutti i livelli rappresentano i cittadini, partendo da una base: il gioco di squadra è sempre fondamentale per raggiungere i risultati. Della serie: giuste le appartenenze politiche e le diverse idee, ma quando si parla di territorio la bandiera è - e dovrebbe essere- unica. Troppe volte non facendolo (scusate se sono sempre ripetitivo su questo punto per me fondamentale) abbiamo visto fare scelte che hanno premiato altre realtà, che hanno lavorato compatte, rispetto alla nostra. Sotto questo aspetto riconoscere i meriti di chi agisce bene, anche se non la pensa come noi, dovrebbe essere cosa normale e non un'eccezione.
Partendo da questo assunto oggi voglio uscire dal dibattito, tanto importante quanto inflazionato, del Corridoio Tirrenico, della Due Mari o della Ferrovia Tirrenica. Voglio invece ragionare su quelle che sono le reti viarie e ferroviarie interne, le prime percorse ogni giorno da migliaia di mezzi, la seconda (mi riferisco alla linea Grosse-Siena-Firenze) che ha una grande potenzialità, ma inespressa.
La prima riflessione è questa. Tutti noi ci lamentiamo delle difficoltà di collegamento con Roma o con Firenze, ma più o meno sappiamo quanto tempo impiegheremo per percorrere i tragitto. Quanti però sanno quanto occorre per raggiungere Pitigliano o Sorano da Grosseto? O per arrivare a Castell'Azzara o a Semproniano? O per giungere a Montieri o a Monterotondo? E se uno dovesse ad esempio, attraversare la nostra provincia partendo proprio da Montieri per giungere a Pitigliano che strada dovrebbe fare e quanto impiegherebbe? Le risposte sono semplici: in molti casi è più facile raggiungere dal capoluogo Firenze o Roma che uno dei paesi della nostra provincia e per attraversare il nostro territorio spesso sappiamo quando si parte, ma non quando si arriva. In tutto questo entrano i lavori pubblici e le infrastrutture ricordando sempre che molte di queste strade hanno bisogno di manutenzioni. Quelle stesse che con i tagli alle Province, criticati anche di recente dal presidente di quella di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna, così come avevano fatto i predecessori di centrosinistra, sono difficili - se non impossibili da realizzare.
Tagli che colpiscono anche i comuni che faticano a realizzare interventi anche minimi. Interventi che, se realizzati, di questi temi, rappresentano quasi grandi opere. Ecco allora che spesso la toppa viene salutata con grande enfasi, anche laddove servirebbe di rifare l'intero manto stradale.
Qui arrivo all'altra opportunità da sfruttare per la Maremma: la ferrovia che da Grosseto conduce a Siena ed a Firenze. Possibile che nel 1864 se ne siano intuite le potenzialità, tanto da inaugurarla, ed oggi la si considera una rete secondaria? Possibile che anche in questo caso si parta, ma non si sappia con certezza quando si arriva e che, se anche lo si sa, per raggiungere il capoluogo toscano si impieghi un tempo talmente lungo che, anche visti i costi dei trasporti, alla fine si preferisca l'auto, specie sfruttando i bassi costi della nuova tramvia fiorentina? Non potrebbe questa linea diventare una vera navetta veloce che garantisca in meno di un'ora di raggiungere Siena ed in meno di due Firenze? In questo caso, considerando anche la comodità del viaggiare in treno, sarebbe una soluzione veramente competitiva.
E' questa un'ipotesi assurda? A mio giudizio no, se ai treni rapidi si accostassero comunque quelli locali che fermano in tutte le stazioni. Basta guardare alle esperienze che esistono in giro per il mondo e prendere ispirazione. Un servizio è buono ed utile solo se efficiente, se invece è fatto giusto per dire che esiste e che si è attenti ai territori serve a poco.
Insomma io il mio sasso l'ho lanciato. Se qualcuno non l'ha mai fatto - o lo ha fatto solo in parte- gli consiglio un giro per le strade interne della Maremma. Non assicuro che si viaggi bene, ma di certo vedrete e conoscerete luoghi che meritano scoprendo borghi, castelli e un ambiente che, in molti casi, è unico.

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