domenica 30 settembre 2018

IL DRITTO E IL ROVESCIO 🎾 (3 settembre 2018)

Con l'estate che sta volgendo al termine, portando con sé anche tutti gli eventi che, in Maremma, hanno allietato la bella stagione, ci apprestiamo a vivere un periodo autunnale/invernale in cui la cultura non va in vacanza. Proprio per questo, oggi, la nostra piccola rubrica FB, guarda ai beni culturali.
Nel luglio scorso il Fai (Fondo Ambiente Italiano) ha lanciato anche a Grosseto la campagna sui "luoghi del cuore". Tanti sono annoverati in provincia, ma due sono quelli su cui si è posta l'attenzione: Ponte Tura, alle porte del capoluogo, e la Cripta San Salvatore di Giugnano, nel comune di Roccastrada (il dritto).
Sostenere questi luoghi non costa nulla, ma farlo può avere un grande valore, anche economico, consentendo di poter ottenere le risorse stanziate dal Fai e recuperare due luoghi tanto suggestivi, quanto bisognosi di un intervento di recupero importante (il rovescio).
Va dato atto al Fai presieduto a Grosseto dall'architetto Giovanni Tombari, coadiuvato da uno staff molto preparato, di aver lavorato molto negli ultimi tempi per far scoprire ai maremmani luoghi importanti della nostra realtà che, spesso, erano sconosciuti. Va dato anche atto che la scelta di Ponte Tura e della Cripta di Giugnano sia quanto mai azzeccata. Per varie ragioni.
Ponte Tura è un simbolo della Maremma, ben noto ai "vecchi" grossetani con la sua Steccaia. Fu da lì che gli ingegneri lorenesi dettero il via alla bonifica per colmata prosciugando il vecchio Lago Prile ridotto ormai ad un acquitrino e rendendo quelle acque salmastre e covo di malaria un terreno fertile, da cui nascono prodotti importanti della terra ed eccellenze che si stanno affermando in tutto il mondo. Un luogo, Ponte Tura, da scoprire per chi non lo avesse già fatto e con un fascino che resta immutato nel tempo.
La cripta di San Salvatore di Giugnano, ai piedi di Roccastrada, rappresenta un altro luogo di grande fascino e mistero. Vive ancora, praticamente sotto terra in un'area boscata, la cripta romanica dell'antico monastero. Sorge su un'area privata, ma visitabile da parte di chi vuole uscire per qualche minuto dal tempo e ritrovarsi in una di quelle storie che rievocano il Medioevo, o che, almeno a me, riporta agli "atri muscosi" ed ai "fori cadenti" descritti dal Manzoni nell'Adelchi.
Due luoghi diversi per epoca e per tipologia che, però, hanno una loro valenza. Due luoghi che rappresentano la storia della nostra terra, una storia che esiste e che è preziosa. Non avremo le grandi città d'arte, ma abbiamo ancora delle realtà suggestive e, per noi, importanti. Lo è l'opera lorenese che qui è ancora intatta e che rappresenta anche la nostra "rivoluzione industriale" intesa in senso lato. Non è un caso che se a Grosseto si bonificava, a Follonica nascevano le fonderie leopoldine che stanno tornando all'antico splendore. Ma anche il Medioevo ha un suo perché e poco distante dalla cripta di Giugnano domina il Castello di Montemassi che è ancora oggi la più conosciuta "fotografia" del Medioevo giunta fino a noi -ed in tutto il mondo- grazie al talento pittorico di Simone Martini.
Insomma in questi giorni si rincorrono, anche sui quotidiani nazionali, gli appelli da parte di personaggi famosi a sostegno dei "loro" luoghi del cuore. Navigando in internet ho notato come Ponte Tura e la Cripta di Giugnano siano molto lontani da quelli più famosi, ma comunque tra il web e la raccolta firme che è sempre possibile - e gratuita- si può arrivare a quel sostegno fatto di 2000 cittadini per permettere loro di accedere ai bandi. Si tratta di una grande occasione per il recupero di queste due affascinanti strutture. Non saranno famosi, ma sono preziosi, non avranno grandi testimonial, ma potrebbero avere un territorio pronto a far scudo attorno ai suoi beni culturali.
Basta votare su www.iluoghidelcuore.it e sperare che la battaglia partita a luglio, il 30 novembre abbia avuto successo. E se non dovesse ricevere i finanziamenti, un successo della campagna, potrebbe comunque far accendere i riflettori su luoghi che, ad ogni maremmano, dovrebbero stare veramente a cuore.
Per questo mi appello alle istituzioni maremmane dal sindaco e presidente della provincia Antonfrancesco Vivarelli Colonna con la sua giunta, dal primo cittadino di Roccastrada Francesco Limatola, con i suoi assessori, dal senatore Roberto Berardi, agli onorevoli Mario Lolini ed Elisabetta Ripani, ai consiglieri regionali Leonardo MarrasMarco Casucci (che seppur non eletto qui si sta dimostrando attendo alle esigenze della Maremma), ai partiti politici, alle associazioni culturali, ai singoli cittadini, a sostenere i nostri luoghi, a farlo quotidianamente e costantemente. Perché è solo recuperando la nostra storia che possiamo rafforzare la nostra identità ed essere più forti, uniti e compatti anche all'esterno della nostra provincia.

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