domenica 30 settembre 2018

IL DRITTO E IL ROVESCIO 🎾 (28 settembre 2018)

La Nota di Aggiornamento Documento di Economia e Finanza (il Nadef) è stata finalmente varata e dopo giorni di parole se ne conoscono finalmente i primi dettagli.
C'è chi esulta per il risultato raggiunto scendendo in piazza con le bandiere e senza attendere quelli che saranno i risultati concreti, che si vedranno solo tra qualche tempo (il dritto).
C'è chi, invece, critica a prescindere rimanendo in una posizione di rigidità che, obiettivamente, in questi anni non ha portato ad una ripresa concreta e, forse, limitata solo ai dati contabili (il rovescio).
Come sempre questa rubrica non vuole prendere posizione, ma semplicemente provare a capire con una discussione, mi auguro, ancora una volta costruttiva. Non ho le competenze per entrare nel dettaglio tecnico - la mia formazione si limita ad un esame universitario di Politica Economica- però provo ad analizzare in base a quello che, da più parti, i vari esperti vanno dicendo.
La premessa è che se molti economisti stanno dall'una parte e molti dall'altra evidentemente non esiste una verità assoluta e questo è un principio da cui partire. Mi sembra che il Nadef abbia degli elementi interessanti ed altri su cui occorre ragionare. A partire dal quel 2,4% di rapporto deficit/pil per i prossimi due anni che ha fatto tanto discutere (il Ministro Tria avrebbe voluto l'1,6%). Un dato contabile porta con sé tante cose, però si tratta pur sempre di un rapporto. Dunque se la manovra garantisse davvero benefici all'economia italiana, è evidente che a parità di deficit, crescendo il Pil, il rapporto stesso si abbasserebbe. L'Europa, chiaramente storcerà il naso, però c'è un precedente, almeno recente, quello del Portogallo con un governo socialista e sostenuto dall'estrema sinistra che, andando contro le regole imposte, ha avuto una buona risposta in termini di crescita. Se consideriamo che l'Italia è una delle più importanti economie mondiali è evidente che se si riuscisse a far leva sul Pil si potrebbero aggiustare nuovamente diversi parametri. Anche perché la politica dei tagli non ha portato a grandi risultati, il Pil per anni è andato al ribasso ed il debito è cresciuto. La scelta del Governo produrrà danni o effetti positivi? Lo vedremo nei prossimi mesi, personalmente non so giudicare, a parte ragionare facendo i classici "conti della serva" come insegnano a scuola. E comprendo che questo sia un ragionare molto poco da economisti!
Una misura per me interessante resta quella della Flat Tax. Va contro il dettato Costituzionale come sostiene qualcuno? Vedremo. Secondo me no - e qui parlo da "giurista"- nel senso che comunque pagare in proporzione al reddito prodotto dovrebbe permettere di restare all'interno del dettato della Carta. La misura la ritengo interessante proprio perché se dovesse funzionare - magari affiancata da controlli rigidi- potrebbe abbattere l'evasione fiscale dovuta ad una pressione decisamente elevata. Se ciò avvenisse il saldo netto dei ricavi da parte dello Stato potrebbe anche aumentare, visto l'elevato numero di evasori. Anche questa è chiaramente una riflessione teorica. Dovremo vedere poi nel concreto. Una tassazione più bassa, però, potrebbe attrarre nuovi investimenti e questo invece potrebbe aiutare nel concreto. Chiaramente anche qui ci sarà chi ci guadagna e chi ci rimette. Ma come ogni manovra non potrà di certo accontentare tutti.
Giusta poi anche la revisione della Legge Fornero ed il ritorno alla quota 100, sperando che, anche qui, non ci siano il soliti trucchi nei calcoli. Capisco che il sistema previdenziale costa, ma se non si garantisce l'uscita dal lavoro e la possibilità di riassumere, specie in un paese che non cresce, diventa difficile sperare in nuova occupazione per i giovani.
Qualche dubbio continuo ad averlo sul reddito di cittadinanza in senso lato. Vedremo poi come sarà possibile ottenerlo - si parla già di tararlo in base al reddito familiare- ma soprattutto bisogna capirne le regole. Personalmente garantirei sì il reddito, ma dietro un lavoro svolto per gli enti pubblici che sono in carenza di personale. Della serie che ti do 780 euro, ma in base alle tue qualifiche ti impiego in Comune, in Provincia o in un qualsiasi ente. Una sorta di servizio civile "specializzato". Allora credo che la misura potrebbe avere un senso.
C'è poi la questione della pace fiscale - o condono che dir si voglia-. Giusto, sbagliato? Anche qui il ragionamento andrebbe fatto con serenità. Io ritengo che chi non ha pagato debba comunque pagare, semmai non lo deve fare con un sistema che strangola. Della serie che se uno restituisce una tantum quanto dovuto e senza interessi la "pace" possa essere fatta, se si annulla e basta, allora si tratta di un regalo che non va bene. Chiaramente da quel momento in poi non ci dovrebbero essere nuovi sconti.
Un altro aspetto interessante è la riduzione, fatta con legge costituzionale, da 630 a 400 dei deputati e da 315 a 200 dei senatori, con l'abolizione del Cnel e l'abbattimento del quorum per il referendum abrogativo. Sono d'accordo sulle seconde due misure. Lo sono anche sulla prima, ma va riflettuta anche con una legge elettorale che garantisca rappresentanza alla Camera ed al Senato a tutte le province italiane.
Ovviamente quelle che ho riportato sono valutazione superficiali fatte in base a quello che ho letto sui vari quotidiani, dell'una e dell'altra parte politica. Non hanno fondamento scientifico o economico e, magari, potranno essere facilmente smontate da chi ha competenze di questo tipo che, forse, riuscirà a convincermi del contrario. Di certo è che da discutere c'è tanto, da esultare o deprimersi a priori, sicuramente no.

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