giovedì 4 ottobre 2018

IL DRITTO E IL ROVESCIO 🎾 (04 ottobre 2018)


Numeri della nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, scontro con la Commissione Europea, nodo delle Olimpiadi invernali da sciogliere. Sono giorni intensi per l'Italia e, soprattutto, per il suo Governo.

Lo scontro a livello internazionale si intensifica sempre di più, con due parti che non sembrano riuscire a dialogare (il dritto).
Le Olimpiadi invernali fanno discutere soprattutto gli alleati di Governo con la scelta de Coni di preferire i luoghi cari alla Lega, cioè Milano-Cortina, rispetto a quelli indicati dal Movimento Cinque Stelle, cioè Torino (il rovescio).

Lo scontro che si sta creando dopo la nota di adeguamento del Def ormai sta passando i confini del galateo istituzionale, tra frasi infelici che vengono dalla Commissione Europea, in particolar modo dal presidente Junker e dal commissario Moscovici, e le risposte piccate e non meno pesanti degli esponenti italiani che, da parte loro, difendono i provvedimenti messi in campo. Tutto questo con l'assenza di colui, o in questo caso colei, che dovrebbe avere un ruolo di mediatore, cioè il commissario per la politica estera Federica Mogherini che, della commissione, è vicepresidente e che è di nomina italiana. E' chiaro che le sue idee sull'Europa, essendo un esponente del Pd, sono diverse da quella del Governo nazionale, ma la sua totale assenza in questo scontro rappresenta un silenzio fin troppo assordante.
E' evidente che le due parti, Commissione e Governo, giocano su fronti opposti e che hanno due concetti diversi dell'economia e della finanza. Lo è altrettanto che l'attuale sistema europeo è in crisi, troppo lontano dai cittadini e, dunque, diventa facilmente attaccabile da chi, evidentemente, quel modello lo vuole incrinare. Se a farlo è l'Ungheria di Orban o il gruppo di Visegrad, poco importa, hanno un peso limitato, ma se inizia a farlo un paese che conta, come l'Italia, lo scenario cambia. Se poi ci aggiungiamo che il fronte che gestisce l'attuale Europa è in crisi anche a casa propria il cerchio si chiude. Macron in Francia è ai minimi storici nella popolarità, la Merkel in Germania deve lavorare molto per tenere unita la propria coalizione, la Spagna ha un governo decisamente debole, l'Austria ha svoltato decisamente verso le posizioni italiane, in Olanda gli euroscettici fanno paura ai moderati, in Svezia pure. In più c'è sempre l'Inghilterra che ha votato la Brexit e che rappresenta una spinta in più èer chi dice di no all'attuale modello europeo.
Insomma è facile fare la voce grossa con la Grecia o con l'Irlanda, è molto più difficile farlo con l'Italia che, comunque, ha un'economia tale che di fronte ad un attacco speculativo manderebbe in crisi anche molte altre economie del Vecchio Continente.
Da qui la curiosità di vedere che cosa accadrà, anche a livello di equilibri, dopo le prossime elezioni Europee e capire anche quale sarà l'eventuale, nuovo, europeismo. Perché questo è un progetto che va rilanciato e da cui non si può comunque tornare indietro.

Passando alle questioni interne è evidente che lo scontro sulle Olimpiadi Invernali investa direttamente la maggioranza. L'asse trasversale Fontana- Sala-Zaia ha retto ed ha premiato, nella scelta, Milano, cuore pulsante dell'economia italiana, e Cortina luogo simbolo delle vacanze invernali e già sede olimpica. A farne le spese è stata Torino che ha già molti impianti pronti.
Chi volesse fare un po' di dietrologia potrebbe anche dire che il presidete del Coni Malagò abbia fatto fatto pagare ai Pentastellati il no alle quasi certe Olimpiadi di Roma. Non credo, però, che sia così. L'idea di Milano era partita in tempi non sospetti. Torino aveva provato ad inserirsi, Cortina lo ha fatto dopo. Se unire quest'ultima con il capoluogo lombardo diventava semplice, essendo realtà molto diverse tra loro, più difficile è inserirvi una terza città di grandi dimensioni che, per di più solo pochi anni fa ha ospitato la rassegna olimpica e che ha comunque strutture importanti. Una candidatura a tre che avrebbe poi portato a disperdere sui territori le strutture e gli atleti.
A questo punto ci sta che, per davvero, per la prima volta il Governo decida di non dare risorse all'evento, ma non è comuque escluso che la potenza economica di Lombardia e Veneto permetta un sostegno tutto locale. E questo potrebbe rappresentare una svolta con effetti benefici in Italia ed all'estero nell'organizzazione di questo tipo di manifestazioni.

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