Tra cene che ci sono state e quelle che non ci saranno le manovre future dei partiti sono già iniziate. Tutto questo con un Governo che procede con equilibri non sempre semplici da mantenere. Da qui un nuovo spunto di riflessione su cui dibattere.
Nel centrodestra cenano Salvini e Berlusconi per mettere a punto le strategie future (il dritto).
Nel Pd non cenano insieme Calenda, Renzi, Minniti e Gentiloni nella ricerca di una sintesi per creare un'alternativa a Zingaretti l'unico candidato già in campo (il rovescio).
È evidente dunque che la Lega abbia raggiunto l'obiettivo di essere il partito forte del centrodestra e di aver convinto lo stesso Berlusconi ad accettare questo ruolo. Un centrodestra che comunque aveva bisogno di creare una leadership dopo 25 anni di comando indiscusso del Cavaliere.
Nel centrosinistra molto, se non tutto, ruota attorno al Pd e lì è un mondo a parte, come se fossero tanti partiti in uno solo. Un partito che è in evidente crisi di identità . Un'identità che, forse, non è mai nata per un soggetto politico che univa persone venute da esperienze e culture diverse, ma soprattutto che aveva una logica chiara inserita in un sistema maggioritario bipolare. Sistema che alla fine non ha voluto lo stesso Pd, che ha optato per uno proporzionale che esalta i particolarismi più delle unioni. Tutto questo in vista di un congresso che rischia di essere l'ennesima sfida fratricida e divisiva. Per i più cinici si potrebbe dire anche conclusiva, nel senso che il partito potrebbe andare verso nuove divisioni o, più probabilmente, lo scioglimento.
Da qui giunge una nuova riflessione. In una politica che sta cambiando e con delle nuove alleanze transnazionali, come evolveranno i partiti dei prossimi anni? La sinistra estrema manca oggi di un coordinamento di tal genere dopo che dalla Grecia ci avevano provato Tsipras, prima, e Varoufakis, poi. Il Pse è In crisi, anche a causa di quelle dei singoli partiti socialisti nazionali, il Ppe deve combattere alcune battaglie al suo interno -a partire da quelle con gli esponenti del blocco di Visegrad- , mentre a destra il fronte che comprende il blocco sovranista che vede l'asse portante Salvini-Le Pen con l'aggiunta di Orban (se dovesse uscire dal Ppe) sembra aver puntato già su questa strada.
Insomma un percorso quello che vedremo su tutti i fronti politici che, da qui a qualche mese, potrà cambiare tutti gli scenari. Ed in tutto questo c'è un'ultima domanda: che ruolo giocherà in Italia e in Europa il Movimento 5 Stelle?
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