I migranti scendono dalla nave Diciotti ed il Ministro Salvini viene indagato. Due fatti, analizzati in base a quanto riporta la stampa, che danno spunto a riflessioni che spero conducano ad un dibattito svincolato dalle posizioni, spesso rigide, delle varie fazioni che si sono create sulla vicenda.
La nave Diciotti, della Guardia Costiera Italiana, è approdata con i 177 migranti in un porto italiano (il dritto).
Il Ministro Salvini viene indagato dalla procura di Agrigento per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale (fonte Ansa) e gli ordini contestati - secondo Repubblica, non un giornale di destra- sarebbero stati "impartiti a voce" (il rovescio).
Due fatti che, non lo nego, mi fanno sorgere subito una domanda: ma che Stato è questo?
Partiamo dalla vicenda della Diciotti, analizzandola al netto della battaglia politica che è anche battaglia nei confronti dell'Europa. Non ho ripreso in mano il libro di diritto internazionale con le varie convenzioni, ma mi pare difficile che se in un porto italiano viene consentito l'approdo ad una nave battente bandiera italiana, peraltro della nostra Guardia Costiera, carica di migranti questi possano essere trattenuti per troppo tempo a bordo. Cosa ben diversa rispetto alle altre navi cui l'approdo nei porti italiani fu negato. Dunque alla fine per quanto molti non lo volessero - in termini di diritto- questo sembrava essere l'esito scontato della vicenda.
Da qui la posizione di Salvini con un'altra domanda. Ma davvero in Italia, paese delle cose scritte, ci sono funzionari che hanno impedito lo sbarco dei migranti di fronte ad un semplice ordine che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato impartito a voce? E anche se, come scrivono altri analisti, i tweet di Salvini e le sue parole nei dibattiti, fossero state prese da spunto, sarebbe bastato per prendere tali decisioni ed attribuirle poi ad un ordine del Ministro? Tutto questo ricordando come il Ministro, che è anche leader della Lega e Senatore della Repubblica è coperto da immunità per le frasi pronunciate ed i voti dati nell'esercizio delle sue funzioni (sarebbe troppo facile, riduttivo ed anche inutile ai fini del dibattito, limitarsi a dire che in fin dei conti Salvini, anche con un linguaggio colorito, raccoglie voti e dunque, alla gente piace così). Non è un caso che dal Governo (evidentemente fronte Ministero della Giustizia) si parla di "atto dovuto", dalla stessa magistratura si rimette (definendolo un atto doveroso) tutto al tribunale dei Ministri che dovrà valutare secondo le immunità del caso, visto che in questa vicenda le contestazioni mosse al Ministro non possono più essere approfondite dalla stessa magistratura ordinaria.
Tutto questo di fronte ad una situazione che anche nell'ipotesi in cui si dovesse avere un'incriminazione di Salvini da parte del Tribunale dei Ministri, l'incartamento dovrebbe passare al Parlamento cui spetterebbe poi l'ultima parola. Insomma una procedura che non appare certo liscia.
Ciò mi porta anche a chiedere dove finisce al politica e dove inizia l'amministrazione, ma soprattutto se in questo caso il comportamento del politico, nel definire la vicenda, possa aver pesato (di fronte ai riferiti ordini orali e non scritti) di più di quello dell'amministratore.
Insomma alla fine la domanda di fronte ad una battaglia che sembra molto più mediatica (siamo di fronte ad un'indagine e non ad una condanna e neanche ad un rinvio a giudizio) e politica (nei confronti di un'Europa che sembra aver perso lo spirito di solidarietà tra i suoi Paesi e verso la quale - partendo dalla vicenda Diciotti- il Governo Italiano potrebbe votare contro il bilancio Ue) che concreta, la domanda che mi pongo di nuovo, avendo cercato di tenermi lontano da quello che è uno scontro tra le varie fazioni, ma provando a ragionare in termini di diritto, è: ma che Stato è questo?
Ma soprattutto: che Stato vorremmo?
P.S. Ribadisco che tutte le opinioni e valutazioni degli amici (anche politici di tutte le sponde) sono ben accette, l'unico favore che vi chiedo è quello di confrontarvi senza lasciarvi andare a toni che sono poco consoni con lo spirito, anche costruttivo, di questa piccola rubrica. Solo così, forse, questa vicenda si potrà capire meglio.
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