La nave Aquarius torna protagonista ed apre una crisi di rapporti nell'Unione Europea che è molto più ampia di uno scontro a distanza tra governo italiano e francese.
Il presidente transalpino Macron parla di "crisi politica tra Italia e Ue" (il dritto).
Il premier italiano Conte replica che Macron "parla per la Francia e non per gli altri stati" (il rovescio).
La verità probabilmente è una: il Governo italiano sul fronte sovranista e quello francese su quello europeista hanno già lanciato la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento Ue del 26 maggio 2019. È evidente che i due blocchi trovano i sostenitori maggiori nei partiti di Governo dei paesi che pesano di più, Italia e Francia. La Germania, al momento, ha un esecutivo troppo fragile e diviso per giocare un ruolo decisivo in questa fase. Se guardiamo alle politiche interne tutto ciò trova conferma, con gli appelli nella Penisola a creare un fronte comune europeista che vada da Liberi e Uguali a Forza Italia ed una campagna francese in cui i pesi a destra si sono ribaltati nei rapporti con gli italiani. Se prima era Marine Le Pen a prestare il suo volto alle campagne di Matteo Salvini adesso è il leader della Lega a comparire in tutti i manifesti dell'alleata transalpina.
In tutto questo però è evidente la crisi delle istituzioni europee. Se Macron punta il dito sull'Italia parlando di crisi politica con l'Ue nella vicenda Aquarius, è evidente però che la questione non è stata portata all'attenzione dell'Europa -dove con i voti ponderati difficilmente avrebbe ottenuto un risultato positivo- ma ha dovuto trovare accordi unilaterali con Spagna, Portogallo e Germania, governi i cui partiti siedono sul fronte europeista.
Con la crescita, dunque, di partiti e movimenti sovranisti in tutto il continente appare chiaro che il blocco europeista deve cercare di battere un colpo e per farlo ha bisogno di un nemico. Quel nemico che il fronte opposto ha da anni trovato a Bruxelles e che sul tema dell'immigrazione, agli occhi dei suoi elettori, è stato legittimato nel ruolo.
Se per il blocco europeista, fino ad oggi, gli avversari sovranisti -Polonia e Ungheria in primis- facevano poca paura ed avevano un peso poco consistente, anche in termini di europarlamentari espressi, un Governo italiano con i suoi due partiti lanciati dai sondaggi attorno al 60 per cento e con grande visibilità mediatica, rappresenta il pericolo di un effetto domino che potrebbe estendersi a tutta l'Europa, sostenuto anche dalla Brexit e dai sovranismi americano di Trump e russo di Putin.
Insomma lo scontro a distanza tra Macron ed il Governo Italiano (nella fattispecie Salvini) non può essere limitato al tema dei migranti (su cui le politiche francesi non sono tanto più votate all'accoglienza rispetto a quelle attuali italiane), ma va letto in un quadro più ampio di una futura leadership europea.
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