Numeri della
nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, scontro
con la Commissione Europea, nodo delle Olimpiadi invernali da
sciogliere. Sono giorni intensi per l'Italia e, soprattutto, per il
suo Governo.
Lo scontro a
livello internazionale si intensifica sempre di più, con due parti
che non sembrano riuscire a dialogare (il dritto).
Le Olimpiadi
invernali fanno discutere soprattutto gli alleati di Governo con la
scelta de Coni di preferire i luoghi cari alla Lega, cioè
Milano-Cortina, rispetto a quelli indicati dal Movimento Cinque
Stelle, cioè Torino (il rovescio).
Lo scontro
che si sta creando dopo la nota di adeguamento del Def ormai sta
passando i confini del galateo istituzionale, tra frasi infelici che
vengono dalla Commissione Europea, in particolar modo dal presidente
Junker e dal commissario Moscovici, e le risposte piccate e non meno
pesanti degli esponenti italiani che, da parte loro, difendono i
provvedimenti messi in campo. Tutto questo con l'assenza di colui, o
in questo caso colei, che dovrebbe avere un ruolo di mediatore, cioè
il commissario per la politica estera Federica Mogherini che, della
commissione, è vicepresidente e che è di nomina italiana. E' chiaro
che le sue idee sull'Europa, essendo un esponente del Pd, sono
diverse da quella del Governo nazionale, ma la sua totale assenza in
questo scontro rappresenta un silenzio fin troppo assordante.
E' evidente
che le due parti, Commissione e Governo, giocano su fronti opposti e
che hanno due concetti diversi dell'economia e della finanza. Lo è
altrettanto che l'attuale sistema europeo è in crisi, troppo lontano
dai cittadini e, dunque, diventa facilmente attaccabile da chi,
evidentemente, quel modello lo vuole incrinare. Se a farlo è
l'Ungheria di Orban o il gruppo di Visegrad, poco importa, hanno un
peso limitato, ma se inizia a farlo un paese che conta, come
l'Italia, lo scenario cambia. Se poi ci aggiungiamo che il fronte che
gestisce l'attuale Europa è in crisi anche a casa propria il cerchio
si chiude. Macron in Francia è ai minimi storici nella popolarità,
la Merkel in Germania deve lavorare molto per tenere unita la propria
coalizione, la Spagna ha un governo decisamente debole, l'Austria ha
svoltato decisamente verso le posizioni italiane, in Olanda gli
euroscettici fanno paura ai moderati, in Svezia pure. In più c'è
sempre l'Inghilterra che ha votato la Brexit e che rappresenta una
spinta in più èer chi dice di no all'attuale modello europeo.
Insomma è
facile fare la voce grossa con la Grecia o con l'Irlanda, è molto
più difficile farlo con l'Italia che, comunque, ha un'economia tale
che di fronte ad un attacco speculativo manderebbe in crisi anche
molte altre economie del Vecchio Continente.
Da qui la
curiosità di vedere che cosa accadrà, anche a livello di equilibri,
dopo le prossime elezioni Europee e capire anche quale sarà
l'eventuale, nuovo, europeismo. Perché questo è un progetto che va
rilanciato e da cui non si può comunque tornare indietro.
Passando
alle questioni interne è evidente che lo scontro sulle Olimpiadi
Invernali investa direttamente la maggioranza. L'asse trasversale
Fontana- Sala-Zaia ha retto ed ha premiato, nella scelta, Milano,
cuore pulsante dell'economia italiana, e Cortina luogo simbolo delle
vacanze invernali e già sede olimpica. A farne le spese è stata
Torino che ha già molti impianti pronti.
Chi volesse
fare un po' di dietrologia potrebbe anche dire che il presidete del
Coni Malagò abbia fatto fatto pagare ai Pentastellati il no alle
quasi certe Olimpiadi di Roma. Non credo, però, che sia così.
L'idea di Milano era partita in tempi non sospetti. Torino aveva
provato ad inserirsi, Cortina lo ha fatto dopo. Se unire quest'ultima
con il capoluogo lombardo diventava semplice, essendo realtà molto
diverse tra loro, più difficile è inserirvi una terza città di
grandi dimensioni che, per di più solo pochi anni fa ha ospitato la
rassegna olimpica e che ha comunque strutture importanti. Una
candidatura a tre che avrebbe poi portato a disperdere sui territori
le strutture e gli atleti.
A questo
punto ci sta che, per davvero, per la prima volta il Governo decida
di non dare risorse all'evento, ma non è comuque escluso che la
potenza economica di Lombardia e Veneto permetta un sostegno tutto
locale. E questo potrebbe rappresentare una svolta con effetti
benefici in Italia ed all'estero nell'organizzazione di questo tipo
di manifestazioni.
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