I dati de "Il Sole 24 Ore" sono decisamente duri con Grosseto e la sua provincia. Si parla chiaramente di una crisi che tarda a finire e di una realtà più povera anche in termini di crescita reddituale.
I dati dunque parlano chiaro e, questa volta, non è il classico piangersi addosso di noi maremmani abituati da una terra che storicamente ha sempre fatto i conti con la sofferenza (il dritto).
Bisogna però adesso capire quale possa essere il rimedio e metterlo in atto in tempi rapidi (il rovescio).
Non sono passate troppe settimane da quando il presidente della Camera di Commercio Riccardo Breda lanciò nuovamente l'allarme ed insieme alle istituzioni locali inviò un messaggio forte verso Roma.
Oggi il problema si ripropone con forza.
A tutti noi infatti piacerebbe dire che viviamo in una terra tanto bella quanto ricca di opportunità.
Evidentemente, però, non è così.
Se poi a lanciare ulteriori allarmi è stato il segretario della Cgil Claudio Renzetti(che in quel momento, se qualcuno non lo avesse conosciuto, poteva sembrare quasi un presidente di associazione di categoria tanto stava facendo un ragionamento ampio) il tema si estende ed è molto più profondo di quanto uno potesse pensare.
Qui torna importante quel tavolo del territorio che unisca tutte le forze in campo, istituzioni, partiti e parti sociali, con una richiesta: che la Maremma venga considerata area di crisi complessa.
Una soluzione che non deve essere vista come qualcosa di negativo, ma come una nuova partenza ed un'opportunità. Accanto a questo è fondamentale mettere in sicurezza l'Aurelia e terminare la Grosseto-Siena, dare nuova vita al traffico ferroviario e ragionare sul futuro scalo civile. Tutto questo per rendere la Maremma appetibile per le imprese che oggi se ne tengono a distanza, quasi come se fosse ancora "amara".
Ottenere tutto ciò non deve essere un regalo. Dobbiamo dimostrare che tutti noi maremmani ce lo siamo meritato, che ci teniamo alla nostra terra, che sappiamo cogliere le opportunità offerte, che sappiamo fare squadra marciando uniti e compatti nonostante le diverse idee ed i differenti ruoli nella società e nel mondo economico.
Ce la faremo? Le premesse e le volontà ci sono, adesso, di fronte a questi nuovi dati occorre agire e passare dalle buone intenzioni ai fatti concreti. Altrimenti - come disse proprio Claudio Renzetti- rischieremmo di diventare una terra splendida per chi si ritira qui in pensione, ma che non offre opportunità ai giovani. Per carità ci sono tanti luoghi nel mondo che sono diventati il buen retiro dei pensionati, uno su tutti la Florida, ma su questo loro sono riusciti a creare un business che crea opportunità anche alle nuove leve assicurando loro un futuro in quella terra. Della serie che il nostro destino dipende dagli altri, ma anche -tanto- da noi!!!
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