I dieci morti nel canyon del Parco del Pollino riportano in evidenza i rischi che sempre più spesso si corrono mentre si è alla ricerca di luoghi e bellezze naturali.
Da un lato si parla di sottovalutazione dell'allerta (il dritto), dall'altro ci sono gli anziani del luogo che raccontano come chi lo ha sempre vissuto ne conoscesse i rischi (il rovescio).
Difficile dunque capire che cosa sia realmente avvenuto. Questo incidente però porta ad una domanda: ma oggi quanto è realmente percepito un pericolo? I vecchi di montagna sostengono che i grandi scalatori sono quelli che sanno rinunciare di fronte ad una situazione particolare. Oggi però le tragedie che un tempo sembravano limitate si sommano, anche perché aumentano le visite a luoghi dalla bellezza mozzafiato ma che hanno anche i loro lati oscuri e che si manifestano all'improvviso. Non sono forse sempre di più gli appassionati che si avventurano sulle principali vette alpine? Non si sta pensando di limitare l'accesso a quelle dell'Himalaya? Questo perché oggi, anche grazie ai nuovi materiali e mezzi di soccorso, tutto sembra più facile. Ed anche un canyon dove l'ultimo morto risale al 1958 può sembrare molto, troppo, sicuro.
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